Sultiame

Un nuovo farmaco per le apnee ostruttive del sonno

L’apnea ostruttiva del sonno (OSAS) è una condizione caratterizzata da un’ostruzione, di natura anatomica o funzionale, delle alte vie respiratorie, che determina ipossiemia, stress ossidativo, interruzioni del sonno e marcata sonnolenza durante il giorno. Questa patologia presenta una prevalenza stimata del 7% nelle donne e del 15% negli uomini ed è collegata a un aumento del rischio di disturbi cardiovascolari e metabolici. Negli ultimi anni la comprensione dei meccanismi fisiopatologici alla base dell’OSAS è notevolmente avanzata. Attualmente si riconoscono diversi fattori coinvolti, come la maggiore predisposizione al collasso delle vie aeree superiori, l’alterazione della funzione dei muscoli respiratori, l’elevato guadagno dell’ansa respiratoria e l’aumentata reattività del sistema respiratorio.

Il trattamento standard rimane la CPAP (pressione positiva continua delle vie aeree), che mantiene aperte le vie respiratorie attraverso un’azione meccanica. Tuttavia, la ricerca si sta orientando verso strategie più specifiche e personalizzate, mirate a rafforzare la muscolatura delle vie aeree, migliorare la stabilità del sonno o modulare la risposta respiratoria. In questo scenario, l’anidrasi carbonica è stata identificata come potenziale target farmacologico per nuove terapie. Si tratta di un enzima fondamentale per il mantenimento dell’equilibrio acido-base e per la regolazione del respiro; ne esistono 15 isoforme, ciascuna con una propria localizzazione e funzione.

Quando l’attività dell’anidrasi carbonica è particolarmente elevata, essa può essere associata a una forma specifica di disfunzione respiratoria (nota come elevated loop gain – eccessiva instabilità e reattività del sistema che controlla la respirazione. Questo provoca un ciclo di iperventilazione e apnea: una breve apnea fa salire la CO₂, il cervello reagisce ventilando troppo, la CO₂ scende troppo, il cervello “spegne” temporaneamente la respirazione, si verifica una nuova apnea e il ciclo si ripete. Questa instabilità del controllo ventilatorio contribuisce alla frammentazione del sonno e agli episodi di apnea. In sintesi, il sistema di regolazione della respirazione è troppo sensibile, reagisce in modo eccessivo e instabile ai cambiamenti dei gas nel sangue, e ciò favorisce episodi di apnea e iperventilazione durante il sonno), che rende il ritmo respiratorio instabile. Inibire l’azione di questo enzima può quindi contribuire a stabilizzare la respirazione. I farmaci che bloccano l’anidrasi carbonica riducono il riassorbimento renale di bicarbonato, favorendo la diuresi. Inoltre, incrementano il flusso sanguigno cerebrale e stimolano l’attività respiratoria.

Il sultiame appartiene a questa categoria di farmaci ed è in grado di rendere il respiro più stabile e di diminuire gli episodi di iperventilazione periodica. Questo effetto sembra derivare dal fatto che riduce la “sensibilità” del sistema respiratorio alle variazioni di anidride carbonica, rendendo il respiro meno oscillatorio. Si ipotizza anche che il sultiame possa stimolare direttamente la respirazione e aumentare l’attività dei muscoli delle vie aeree superiori, contribuendo così a mantenere aperte le vie respiratorie. Sebbene altri inibitori dell’anidrasi carbonica abbiano mostrato effetti diuretici, negli studi finora condotti il sultiame non ha provocato una diuresi di rilievo.

Studi recenti suggeriscono che il sultiame si è rivelato un farmaco promettente per la gestione dell’OSA, determinando una riduzione costante e correlata al dosaggio degli eventi respiratori (apnee e ipopnee), dell’ipossia notturna e della sonnolenza diurna negli adulti. I benefici osservati non si sono limitati ai parametri strumentali, ma si sono accompagnati anche a miglioramenti riferiti dai pazienti, come un minor numero di risvegli notturni e una qualità del sonno più efficiente.

Per quanto riguarda la sicurezza, il farmaco ha mostrato un buon profilo di tollerabilità: l’effetto indesiderato più frequente è risultato essere la parestesia, in genere lieve e anch’essa dose-dipendente. Non sono stati rilevati effetti negativi a livello cardiovascolare; al contrario, è stata evidenziata una lieve tendenza alla riduzione della pressione arteriosa, potenzialmente utile nei soggetti ipertesi.

Nel complesso, questi dati indicano che il sultiame potrebbe costituire un’alternativa valida, oppure un complemento, alla CPAP, attualmente considerata la terapia di riferimento ma spesso limitata da scarsa aderenza e da un approccio poco personalizzato.

In conclusione, questo studio offre evidenze robuste sull’efficacia e sulla buona tollerabilità del sultiame nel diminuire i disturbi respiratori, l’ipossia e la sonnolenza diurna legati all’OSAS. Tali risultati aprono nuove prospettive verso un approccio farmacologico più personalizzato, potenzialmente in grado di affiancare o, in alcuni casi, sostituire la CPAP, con l’obiettivo di intervenire in modo più mirato sui diversi fenotipi di questa patologia complessa.

FONTI

  • Randerath W, et al, for the FLOW study investigators. Sultiame once per day in obstructive sleep apnoea (FLOW): a multicentre, randomised, double-blind, placebo-controlled, dose-finding, phase 2 trial. Lancet 2025, 406: 1983–92.

Lascia un commento