Triade dell’atleta femmina

Questa condizione si manifesta caratteristicamente in adolescenti o giovani donne che praticano attività sportiva intensa e protratta, oltre i limiti fisiologici. Per quanto infatti, come arcinoto, l’attività fisica ed il movimento in generale apportino benefici al nostro organismo, l’eccesso di sport, magari associato ad un’alimentazione inadeguata e a stress psicologico, può essere deleterio per la salute, portando ad una serie di conseguenze.

In particolare per triade dell’atleta femmina si intende l’associazione di tre condizioni: 

  1. deficit energetico (con o senza disturbi del comportamento alimentare)
  2. disturbi mestruali 
  3. ridotta densità minerale ossea (BMD)

Questo termine è stato coniato per la prima volta dall’American College of Sports Medicine nel 1992 dopo che molti esperti del settore avevano notato dei disturbi comuni tra le atlete adolescenti e giovani adulte. Sebbene questa condizione sia stata descritta da allora, c’è ancora molto dibattito su come i componenti della triade siano correlati e su come i medici dovrebbero gestire i pazienti con questa condizione complicata.

1. Deficit energetico

Una bassa disponibilità di energia (EA) può essere dovuta a un ridotto apporto calorico alimentare e/o a un aumento dell’energia spesa durante l’esercizio e, quando EA è bassa, ciò comporta una minore energia disponibile per le normali funzioni corporee. Il deficit energetico può associarsi (non obbligatoriamente) a disturbi del comportamento alimentare, quali anoressia nervosa o bulimia.

2. Disturbi mestruali

Possono includere

  • Amenorrea primaria: assenza di primo ciclo (menarca) nelle ragazze con età superiore ai 15 anni e con segni di sviluppo puberale, o superiore ai 13 anni senza tali segni
  • Amenorrea secondaria: scomparsa di cicli mestruali per più di tre mesi in una donna con precedenti cicli regolari o per più di 6 mesi, nel caso in cui i cicli precedenti siano irregolari
  • Oligomenorrea: il ciclo mestruale si verifica a intervalli più lunghi, superiori a 35 giorni

3. Ridotta densità minerale ossea 

L’osso è una struttura dinamica, costantemente rimodellata da osteoclasti (che lo riassorbono) e osteoblasti (che lo ricostruiscono). Le atlete possono avere un basso stato di estrogeni e una minore attività osteoblastica. La ridotta densità minerale ossea aumenta la fragilità ossea e aumenta il rischio di fratture. L’incidenza di fratture da stress è maggiore nelle atlete con amenorrea e la densità ossea ha dimostrato di diminuire progressivamente con l’aumentare del numero di cicli mestruali persi dal menarca. 

Quali cause?

Sicuramente la forte spinta sociale, maggiore nel sesso femminile, verso ideali di fisicità innaturalui e patologici, è fra le basi di questa triade. A ciò si unisce la pressione a mantenere un basso peso corporeo, tipica di tanti sport ad alto livello; le ragazze più a rischio sono quelle che praticano sport in cui la prestazione è valutata soggettivamente, in cui un peso corporeo basso è un fattore condizionante, in cui per le competizioni è obbligatorio indossare abiti attillati, in cui vengono utilizzate categorie di peso per la partecipazione (molti atleti, maschi e femmine, che competono in sport agonistici di categoria di peso sono a dieta e hanno un qualche tipo di schema alimentare disordinato e “fai da te” con l’obiettivo di perdere peso prima della competizione) e in cui un corpo “immaturo” è considerato migliore per la prestazione. Fra i principali ci sono: atletica, ginnastica ritmica, danza classica, pattinaggio artistico.

Più si è giovani più si è a rischio di conseguenze irreversibili, perché se il deficit calorico si instaura durante la pubertà può ostacolare la crescita ed il corretto sviluppo sessuale. 

Quale terapia?

L’obiettivo principale nel trattamento delle giovani atlete con la triade è il ritorno naturale delle mestruazioni e il miglioramento della densità minerale ossea

LA PRIMA TERAPIA È LA RIMOZIONE DELLA CAUSA

Vale a dire diminuire l’attività fisica eccessiva e logorante e ristabilire un corretto introito calorico

Sebbene non sia stato dimostrato che uno specifico intervento farmacologico migliori costantemente la densità minerale ossea in questa popolazione di pazienti, si raccomanda di massimizzare la disponibilità di energia e ottimizzare l’assunzione di vitamina D e calcio. In alcuni casi si può anche prendere in considerazione la terapia estro-progestinica.

Conclusioni

La triade dell’atleta femmina non è solo una problematica strettamente fisica e organica, ma un disturbo più grande e complesso che andrebbe analizzato come fenomeno sociale con forti risvolti anche a livello della salute mentale

In una società che richiede di competere e di essere al primo posto anche a bambine che fanno sport in contesti amatoriali, bisognerebbe capire l’importanza di fermarsi e di approcciarsi a tali attività intendendole solo come momenti di svago e relax

Il trattamento richiede un approccio multidisciplinare che coinvolga professionisti sanitari, allenatori, psicologi e familiari. La prevenzione di questa condizione è importante per ridurre al minimo le complicazioni a lungo termine, fisiche e psicologiche.

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