Non tutti i “grassi” vengono per nuocere

Il tessuto adiposo svolge un ruolo importante nell’immagazzinamento di energia sotto forma di lipidi e funge anche da isolante dal caldo e dal freddo. Molti fattori fisiologici, psicosociali e clinici influenzano la quantità e la distribuzione del tessuto adiposo nel corpo umano. Oltre alla sua funzione di barriera, il tessuto adiposo è stato riconosciuto come un importante organo endocrino, poiché produce ormoni come leptina, estrogeni, resistina e citochina TNFalfa1.
È ormai noto come il nostro tessuto adiposo, se in eccesso, sia un fattore di rischio per lo sviluppo di molteplici patologie metaboliche e disordini infiammatori, rappresentando anche un indicatore indiretto del nostro rischio cardio-vascolare.
Il nostro “grasso” però NON è tutto uguale. Una distinzione interessante è quella fra cellule adipose (adipociti):
- SOTTOCUTANEE: sono più superficiali, apprezzabili e palpabili proprio sotto la nostra pelle, maggiormente in zone come l’addome o i glutei (“grasso visibile”)
- VISCERALI: si trovano in profondità e circondano il nostro apparato intestinale e gli organi ad esso collegati (“grasso nascosto”)

L’accumulo di tessuto adiposo viscerale è associato allo sviluppo di insulino-resistenza, diabete di tipo 2 e sindrome metabolica, mentre un aumento della quantità di tessuto adiposo sottocutaneo entro certi limiti è considerato neutro o addirittura benefico sullo stato metabolico (soprattutto se non parliamo di quello addominale).
Sebbene parte di questa differenza possa essere correlata alla zona anatomica con relativi diversi modelli di drenaggio venoso, negli ultimi anni è diventato chiaro che questi due tipi di tessuto adiposo differiscono nelle loro caratteristiche intrinseche, inclusi i livelli di secrezione di adipochine, la sensibilità insulinica, la velocità di lipolisi e la tendenza a sviluppare infiammazione. Queste differenze sono influenzate da fattori genetici, biologici e di stile di vita inclusi attività fisica, alimentazione e stress.
Gli adipociti sottocutanei, rispetto a quelli viscerali, presentano dimensioni maggiori, maggior grado di differenziazione e maggiore capacità di imbrunimento (cioè di trasformarsi nel grasso bruno, che è una forma di adipe più “sana”). Ne deriva che l’adipocita sottocutaneo produce più alti livelli di molecole cardioprotettive come l’adiponectina e livelli più bassi di molecole infiammatorie. Questo tessuto è dotato di potere insulino sensibilizzante e anti ossidante.
Il tessuto adiposo viscerale presenta invece caratteristiche opposte. È il principale determinante dell’insulino-resistenza e molti ricercatori hanno stabilito collegamenti tra un eccesso di grasso viscerale e un aumentato stato infiammatorio.
Esistono notevoli differenze anatomiche nella distribuzione dei due tessuti adiposi nel corpo. Il viscerale è presente principalmente nel mesentere e nell’omento e drena direttamente attraverso la circolazione portale al fegato. Durante lo sviluppo, il grasso corporeo totale (TBF), il viscerale e il sottocutaneo aumentano tipicamente con l’età, sebbene si osservino tendenze diverse nei maschi e nelle femmine. La maturazione sessuale influenza notevolmente la distribuzione del tessuto adiposo. Le ragazze accumulano più TBF e sottocutaneo durante e dopo la pubertà, depositando grasso preferenzialmente nelle regioni ginoidi e delle estremità. I ragazzi in età puberale e post-puberale, invece, depositano più grasso nella regione addominale, in particolare nel deposito viscerale. La distribuzione del grasso corporeo cambia inoltre con la menopausa. Le aree sottocutanee sono più elevate nelle donne in pre-menopausa, mentre le aree viscerali e i rapporti tra le aree del tessuto adiposo addominale sottocutaneo e viscerale (SAT addominale e VAT) sono più elevati nelle donne in post-menopausa.
In condizioni di bilancio energetico positivo, l’adipe sottocutaneo umano sembra espandersi con duplice modalità, ipertrofica ed iperplastica. L’adipocita aumenta di volume inglobando maggiori quantità di lipidi senza peraltro – fenomeno unico nell’organismo – andare incontro a processi di lipotossicità e perdita di sensibilità insulinica. E’ il processo definito come “healthy expansion” del tessuto adiposo. Oltre all’ipertrofia cellulare, può attivarsi anche il reclutamento di preadipociti e la loro differenziazione in piccoli adipociti maturi. Grazie a questi processi, l’eccesso energetico viene trattenuto in questa sede. Nel caso venga raggiunto il limite del potenziale espansivo o sia presente un difetto di adipogenesi, l’espansione risulta prevalentemente ipertrofica, l’adipocita entra in ipossia, il tessuto va incontro a trasformazioni di tipo infiammatorio e fibrotico. L’eccesso energetico viene quindi indirizzato ai depositi adiposi viscerali e ad altri tessuti quali fegato e muscolo con le note conseguenze metaboliche. Si parla in questi casi di “disfunzione del tessuto adiposo sottocutaneo” che si dimostra correlata al rischio di sindrome metabolica. Per queste caratteristiche costitutive quindi, il tessuto adiposo sottocutaneo presenta un profilo metabolico più favorevole di quello viscerale, con fisiologica capacità di espansione senza incremento del rischio cardiovascolare.
Le cellule adipose provenienti dai depositi sottocutanei e viscerali differiscono quidi notevolmente in termini di capacità di differenziazione, espressione genica, fattori di crescita e capacità di espandersi in base a stimoli genetici e ambientali. Gli adipociti sottocutanei sono più propensi a differenziarsi, mentre quelli provenienti dai depositi viscerali hanno un profilo antiadipogenico e richiedono fattori di crescita, come BMP-2 o BMP-4, per subire la differenziazione. Questo aiuta a spiegare perché il grasso sottocutaneo si espande maggiormente per iperplasia, mentre il grasso viscerale si espande di più per ipertrofia.
Quali soluzioni per l’eccesso adiposo?
NON esiste un modo per “ingrassare” solo a livello sottocutaneo o solo a livello viscerale, quando prendiamo peso aumenta la quota di entrambi i depositi (con alcune differenze in base a sesso, età ed etnia) e se esageriamo il bilancio finale è comunque l’obesità, con tutti i rischi ad essa correlati.
Allo stesso modo con un corretto stile di vita, buona alimentazione e attività fisica costante possiamo essere in grado di tenere sotto controllo sia la quota viscerale che quella sottocutanea, con i relativi benefici che ne conseguono.
Ci sono molte opzioni per trattare il grasso sottocutaneo. La modifica dello stile di vita funziona con dieta ed attività fisica rimane la prima scelta. La liposuzione può rappresentare una seconda opzione per la rimozione del grasso sottocutaneo in eccesso. Tuttavia, per quanto riguarda il grasso viscerale, l’unica opzione per sbarazzarsene è una modifica dello stile di vita, buone abitudini alimentari e attività fisica.
Curiosità
Il colon è circondato dal grasso corporeo viscerale mesenterico ed esiste un’interfaccia fisica e vascolare diretta con il grasso viscerale. Sulla base di questa intima connessione, è stato ipotizzato che i metaboliti prodotti dal grasso viscerale possano avere un’influenza diretta sull’aggressività e sulla progressione del cancro del colon associato all’obesità. Pertanto, il profilo dell’espressione genica del grasso viscerale può avere un impatto diretto anche sulla connettività molecolare tra obesità e cancro.
FONTI
Macotela, Yazmín et al. “Intrinsic differences in adipocyte precursor cells from different white fat depots.” Diabetes vol. 61,7 (2012): 1691-9. doi:10.2337/db11-1753
Mittal, Balraj. “Subcutaneous adipose tissue & visceral adipose tissue.” The Indian journal of medical research vol. 149,5 (2019): 571-573. doi:10.4103/ijmr.IJMR_1910_18
http://www.sio-obesita.org/wp-content/uploads/2018/03/JCFebbraioCavagnini.pdf
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