Falsi positivi e falsi negativi nel dosaggio della prolattina
Il dosaggio della prolattina può essere interferito da una serie di “problematiche” relative alle metodiche utilizzate per misurarla. In particolare, a volte nonostastante sia normale, può risultare alta a causa di alcuni “macro-aggregati” (macroprolattina); altre volte invece nonostante sia molto alta la sua misurazione può risultare nella norma (Hook Effect – effetto gancio). Conoscere questi due fenomeni può aiutare il medico ad interpretare correttamente la condizione clinica del paziente. Vediamo di capire meglio.
Macroprolattina (Big PRL)
In circolo occasionalmente vengono rilevate forme aggregate (150–170kDa) di prolattina complessata con immunoglobuline IgG, chiamate “big-big PRL“(macromolecole con aggregati anticorpali IgG con attività biologica ridotta). Sebbene queste siano misurabili nel test PRL, sono biologicamente inattive e non hanno significato patologico. La frequenza di rilevamento della macroprolattina dipende dal dosaggio utilizzato e può interessare fino al 10-25% dei pazienti con iperprolattinemia. E’ importante escludere la macroprolattina in tutti i pazienti con iperprolattinemia. Tipicamente nella macroprolattina c’è prolattina alta alle analisi in assenza di sintomi e con cicli mestruali ovulatori regolari. Sono disponibili saggi per la rilevazione della macroprolattina, che la fanno precipitare con polietilenglicole (PEG) prima della misurazione, dove un basso recupero di PRL (< 40% del valore precedente prima di PEG) dimostra la presenza di macroprolattina, mentre se un alto recupero (> 60%) indica iperprolattinemia monomerica (“vera”). Il gold standard per evidenziare la macroprolattina sarebbe la cromatografia su gel, ma la tecnica è poco utilizzata poiché indaginosa e costosa.
La macroprolattina va sospettata nei pazienti con livelli sierici di prolattina moderatamente aumentati (<200 ng/ml), soprattutto in quelli con risultati clinici o di imaging discordanti.
Hook Effect (Effetto Gancio)
Evento poco comune che si verifica quando il test utilizza anticorpi che riconoscono due estremità della molecola. Uno è usato per catturare la molecola e uno per marcarla. Se i livelli di prolattina sono molto alti, potrebbe venire legata da un anticorpo, ma non dall’altro. Pertanto, al di sopra di una certa concentrazione, il segnale si ridurrà, anziché aumentare, e livelli di prolattina molto elevati potrebbero essere riportati come normali o solo leggermente elevati (falso negativo). In pratica quindi si tratta di un artefatto tecnico da saturazione del sito di legame della molecola da parte di anticorpi presenti in provetta. I recenti metodi di dosaggio sono meno sensibili a tale effetto, perché contengono concentrazioni maggiori di anticorpi rilevatori ed effettuano sul campione una diluizione automatica 1:10. Tuttavia, in alcuni macroprolattinomi, la diluizione 1:10 non è sufficiente, ed è consigliabile richiedere al laboratorio una diluizione manuale 1:100.
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