Il ruolo di tessuto adiposo ed estrogeni sulla fragilità ossea

Può una giovane ragazza molto magra avere delle ossa più fragili di un’anziana signora obesa? Certo che sì. Vediamo perché
Estrogeni e salute ossea
Gli estrogeni sono degli ormoni sessuali femminili che, tra le molteplici funzioni, hanno anche un effetto protettivo a livello delle ossa. I principali estrogeni sono: estradiolo, estriolo ed estrone. L’estrone è un estrogeno debole, cioè meno potente dell’estradiolo (ma che però può essere anche convertito in quest’ultimo), prodotto dalle gonadi (testicolo e ovaio) ma anche dal tessuto adiposo.
Meno adipe = meno estrogeni
È proprio su questo punto che ci concentriamo. Il grasso sottocutaneo può essere perciò sede di produzione di estrogeni, la cui concentrazione aumenta all’aumentare del tessuto stesso. L’estrone ha effetto anche sulle ossa, aumentandone la densità e quindi rinforzandole.
Che cosa vuol dire tutto ciò?
Che ragazze (o anche ragazzi) molto magre, con un indice di massa corporea indicante sottopeso, soprattutto se ci sono patologie sottostanti come anoressia o bulimia, produrranno meno estrone. Le ossa quindi riceveranno meno stimoli anabolici (ossia di sintesi e crescita) e verrà favorita la perdita di massa ossea. Con conseguente rischio di frattura. Anche se nei giovani non si può parlare di osteoporosi, bensì di ridotta massa ossea per età, il concetto è lo stesso: una ventenne gravemente sottopeso può avere una densità ossea assimilabile a quella di una novanetenne con osteoporosi.
Una problematica complessa
I disturbi del comportamento alimentare sono una problematica molto delicata che richiede un team multidisciplinare: non basta un supporto psicologico e dietistico, ma servono anche figure mediche cliniche esperte nel metabolismo, come l’endocrinologo ed il medico internista.
FONTI
Asomaning K, Bertone-Johnson ER, Nasca PC, Hooven F, Pekow PS. The association between body mass index and osteoporosis in patients referred for a bone mineral density examination. J Womens Health (Larchmt). 2006;15(9):1028-1034. doi:10.1089/jwh.2006.15.1028
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