Come la terapia ormonale può indebolire le tue ossa
In collaborazione con la dott.ssa Manuelita Mazza, oncologa senologa

I tumori al seno più frequenti (circa il 70% dei casi) sono positivi ai recettori ormonali (estrogeni e progesterone). Le cellule di questo tumore presentano dei recettori a cui si legano gli estrogeni e il legame ormone-recettore stimola la proliferazione delle cellule tumorali.

I trattamenti che impediscono agli ormoni di legarsi a questi recettori o riducono la produzione di estrogeni sono chiamati terapia ormonale o terapia endocrina.
La terapia ormonale riduce il rischio di recidiva nelle donne operate oppure blocca la progressione della malattia in fase più avanzata (malattia metastatica).
Le principali classi di farmaci utilizzate sono:
- MODULATORI SELETTIVI DEI RECETTORI ESTROGENICI (SERMs): a seconda dell’organo bersaglio svolgono un’azione pro-estrogenica o anti-estrogenica; il farmaco di questa classe più noto nel tumore mammario è il tamoxifene
- INIBITORI DELL’AROMATASI: inibiscono l’enzima aromatasi, presente nel grasso corporeo, nei muscoli e nel fegato, che a sua volta converte gli androgeni in estrogeni; sono anastrozolo, letrozolo, exemestane
- LHRH analoghi agonisti: triptorelina, goserelin, leuprorelina. Nella donna in premenopausa inibiscono la produzione degli estrogeni da parte delle ovaie bloccando il ciclo mestruale; sono abbinati a tamoxifene o a un inibitore della aromatasi.
Terapia ormonale e salute ossea
La riduzione degli estrogeni indotta dagli inibitori dell’aromatasi, seppur protettiva nei confronti del tumore al seno, ha come effetto collaterale l’indebolimento delle ossa.
Nella donna infatti gli estrogeni giocano un ruolo fondamentale nel mantenere le ossa forti ed in salute: se diminuiscono gli estrogeni diminuisce anche la massa ossea, con rischio di osteoporosi e fratture da fragilità!

Ecco allora che nelle donne con tumore della mammella in terapia con inibitori dell’aromatasi diventa fondamentale una visita per lo studio della salute ossea in cui, grazie ad analisi del sangue, MOC DXA e radiografia della colonna (morfometria vertebrale), si valuterà il rischio di osteoporosi e fratture da fragilità e la necessità di una terapia che protegga il nostro scheletro.

Quali farmaci?
Nelle donne in terapia con inibitori dell’aromatasi i farmaci che si possono utilizzare per proteggere le ossa sono:
- BISFOSFONATI: si assumono per bocca una volta a settimana (es. Alendronato – Alendros®, Binosto®, Dralenos® – Risedronato – Actonel®, Optinate®) o tramite infusioni endovena una volta l’anno (Zoledronato – Aclasta®)
- DENOSUMAB (Prolia®): iniezioni sottocutanee ogni 6 mesi
Ricorda che accanto alla terapia faramcologia è sempre importante una adeguata integrazione di vitamina D.
Consulta il tuo oncologo per maggiori informazioni e per scoprire se nel tuo caso può essere utile una visita endocrinologica.
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