In collaborazione con la dott.ssa Eleonora Scarcello, chimica, PhD in tossicologia

Il BPA è una sostanza chimica, prodotta sin dagli anni ’60, che viene utiizzata insieme ad altri composti per realizzare plastiche e resine.
Piatti di plastica, bottiglie con vuoto a rendere e contenitori per conservare gli alimenti sono in policarbonato, che contiene BPA. Anche le pellicole e i rivestimenti per lattine contengono BPA, dato che per produrli vengono impiegate resine epossidiche.
Un’altra applicazione molto diffusa è nella carta termica, una carta semilucida usata per la stampa degli scontrini fiscali, fax e in campo sanitario per la stampa dei referti.
Dal 2009 è inserito nell’elenco delle sostanze vietate nei prodotti cosmetici (Regolamento (CE) 1223/2009); dal 2011 il suo uso è vietato per la fabbricazione di biberon di policarbonato per lattanti (Regolamento (UE) 321/2011).
Piccole quantità di BPA possono migrare in cibi e bevande dai materiali a contatto con gli alimenti. E possono così entrare nella nostra dieta.
È nocivo per la salute?
C’è molto dibattito sul tema. Alcuni studi associano il BPA a problemi di fertilità, alterato sviluppo neurologico e genitale, disordini del sistema immune. Altri lo correlano anche a diabete, obesità e modifiche della struttura della ghiandola mammaria. L’esposizione sembra particolarmente critica durante la fase dello sviluppo (feto, neonato).
È vero che è un interferente endocrino?
Sì! Perché è in grado di simulare l’effetto degli estrogeni (ormoni femminili) che influenzano la funzione riproduttiva, con rischio di infertilità e danni fetali. Spesso le alterazioni sono irreversibili e talvolta possono essere rilevate soltanto a un’età più avanzata (OMS, 2013).
- a livello della funzione tiroidea, ad esempio, interferisce con il legame della T3 alle proteine di trasporto e con l’interazione con i suoi recettori, riducendone l’attività metabolica;
- l’esposizione prolungata a BPA ha un’influenza negativa sul sistema riproduttivo, sia maschile che femminile, che si spiega considerando che la sua struttura chimica è molto simile a quella del 17ßestradiolo endogeno;
- nel testicolo altera la fisiologia spermatica, con riduzione del numero e della vitalità degli spermatozoi
Oltre alle alterazioni endocrine, è documentata anche un’influenza negativa sul sistema immunitario e un aumentato rischio per malattie cardio-vascolari e tumorali.
Dobbiamo preoccuparci?
La comunità scientifica è divisa sull’argomento. Molti studi evidenziano effetti assai variabili a concentrazioni minime, dimostrando ripercussioni su vari organi o potenziali legami con diverse malattie e tumori (mammella, prostata). Nella maggior parte dei casi, tuttavia, non è stato possibile riprodurre tali risultati in altri laboratori.
Nell’adulto la tossicità del BPA sembra modesta, tuttavia il feto e il neonato, a causa delle loro ridotte dimensioni e minori capacità di metabolizzare, potrebbero risultare molto più vulnerabili.
L’EFSA, individuando probabili effetti avversi su fegato, reni e ghiandola mammaria a dosi nettamente minori rispetto a studi precedentemente valutati, nel gennaio 2015 ha ridotto la dose giornaliera tollerabile (DGT) da 50 a 5 µg/kg di peso corporeo.
L’agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha considerato che le evidenze sono sufficienti per considerare il BPA in grado di danneggiare la funzione riproduttiva (2014) e agire come interferente endocrino (2017).
In UE il BPA è stato recentemente classificato come «sostanza di cui è presunta la tossicità per la riproduzione umana» (categoria 1B).
E le alternative?
Vi sarà capitato di leggere dietro gli scontrini la dicitura “BPA-free” o “non contiene BPA”. Tuttavia, i composti che vengono usati come alternative non sono sempre migliori dell’originale. Ad esempio, al posto del BPA viene utilizzato il bisfenolo S (BPS), ma studi recenti hanno confermato che anche questo bisfenolo è un perturbatore endocrino. Invece di cercare a tutti i costi un composto BPA-free, bisognerebbe innanzitutto capire che, alle dosi attualmente ammesse in EU, il BPA non rappresenta un rischio reale per i consumatori poiché l’esposizione è troppo bassa per provocare conseguenze.
Aggornamento 2025
La Commissione Europea, dopo anni di dibattiti legati alle preoccupazioni per la salute pubblica, ha finalmente adottato un provvedimento vietando l’uso del bisfenolo-A (BPA), a decorrere dal 20 gennaio 2025, nei materiali a contatto con gli alimenti, a causa del suo impatto potenzialmente dannoso sull’organismo.
FONTI
- https://www.niehs.nih.gov/health/topics/agents/sya-bpa/
- https://www.bag.admin.ch/dam/bag/it/dokumente/chem/themen-a-z/factsheet-bisphenol-a.pdf.download.pdf/2017-bpa-factsheet-it.pdf
https://reader.elsevier.com/reader/sd/pii/S2468227619306969?token=A01BAA83EFF8DA213EF8CBBCC01B3E073A15B98B62840350D121C1E4FBBF3653EC95138ABFBF62AE6BEFBDB34B747B6A&originRegion=eu-west-1&originCreation=2022121910402 - https://www.endocrine.org/topics/edc/what-edcs-are/common-edcs/reproduction
- https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/b/bisfenolo-a
- https://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/bisphenol
- https://wisesociety.it/alimentazione/bisfenolo-a/
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