GLUTAMMATO-OSSALACETATO TRANSAMINASI (GOT) o ASPARTATO AMINOTRANSFERASI (AST)
GLUTAMMATO-PIRUVATO TRANSAMINASI (GPT) o ALANINA AMINOTRANSFERASI (ALT)
L’aspartato aminotransferasi (AST) si trova in diversi tessuti, tra cui fegato, cervello, pancreas, cuore, reni, polmoni e muscoli scheletrici. Se uno di questi tessuti viene danneggiato, l’AST viene rilasciata nel sangue. Sebbene i livelli elevati di AST indichino la presenza di un danno tissutale, non sempre si riferiscono al fegato.
L’alanina aminotransferasi (ALT), invece, si trova principalmente nel fegato. Livelli elevati di ALT sono da monitorare attentamente, ma non indicano necessariamente qualcosa di grave. Se il livello di ALT è elevato, può indicare una lesione epatica lieve o grave. Aumenti occasionali delle ALT possono verificarsi in caso di infezioni o malattie di breve durata. Gli aumenti sostenuti sono più gravi. Questo perché potrebbe significare la presenza di una malattia di base e una maggiore probabilità di danni al fegato.
ALT è generalmente l’enzima più utile per identificare la presenza di un danno epatocellulare. Si trova in molti tessuti, ma la sua maggiore attività è nel fegato. L’enzima è principalmente citosolico, con un isoenzima (ALT2) presente anche nei mitocondri, e si trova prevalentemente nella zona periportale del fegato con una concentrazione epatocitaria fino a 10.000 volte superiore a quella riscontrata nel siero/plasma. Ha un ruolo primario nella gluconeogenesi e nel metabolismo degli aminoacidi. L’entità dell’aumento dell’attività sierica è proporzionale al numero di epatociti colpiti, e aumenti marcati riflettono un danno cellulare irreversibile e la necrosi, mentre aumenti lievi possono indicare per lo più un’alterazione della membrana e un danno cellulare reversibile. In seguito a un episodio epatotossico acuto, l’attività plasmatica delle ALT aumenta entro 6-12 ore, a seconda della gravità della lesione; l’attività raggiunge il picco entro 1-2 giorni e poi diminuisce. Le emivite stimate delle ALT plasmatiche in diverse specie variano da 3 a 10 ore nel ratto, a 50 ore nel cane e nell’uomo. Elevazioni prolungate di ALT in circolo possono riflettere un’aumentata produzione di ALT nel tessuto epatico rigenerativo o un continuo rilascio dagli epatociti. Anche le lesioni colestatiche, che riflettono una compromissione del flusso biliare, possono aumentare l’attività delle ALT. Il meccanismo proposto è che i sali biliari trattenuti danneggiano fisicamente le membrane degli epatociti circostanti. Farmaci come i corticosteroidi e gli anticonvulsivanti sembrano indurre la produzione di ALT.
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